Confini/borders

Per il progetto Confini/Borders adotto la scrittura e la fotografia come linguaggio duale e strumento di ricerca per far luce sulle fragili tracce di storie di transiti e migrazioni del passato, lungo la Murgia, il vasto e silenzioso territorio mediano tra Puglia e Basilicata.
Un viaggio nel tempo a partire dalla paleosuperficie di Cava Pontrelli (l’area dei Dinosauri, Altamura), alla preistoria dell’umanità, con gli ipogei carsici di Lamalunga (Altamura), alle cave di tufo di Matera, ai castelli poco conosciuti di Garagnone (Poggiorsini) e di Gravina in Puglia, per poi giungere alle testimonianze scomode di “archeologia militare”, come il Campo profughi (Altamura-Gravina) e le dieci Basi missilistiche dislocate nel territorio murgiano durante la Guerra Fredda, fino all’utopia della riforma fondiaria (Borgo Taccone, Irsina): una terra di indistinti confini, su cui hanno soffiato i venti deboli e forti della storia.
Più che fisico, il confine è un luogo metafisico. Mentre muri e recinzioni raccontano l’esclusione, al contrario, il senso etimologico di limite comune (cum / finis) richiama il luogo simbolico dove si finisce insieme, punto di incontro reciproco.
Eppure per chilometri si può non incontrare nessuno, tra paesaggi che lasciano poco spazio all’interpretazione soggettiva.
Così è possibile trovarsi a intraprendere un dialogo con la coscienza, lungo la traccia di confine su cui procede il racconto stesso, in bilico tra lo slancio poetico soggettivo e la documentazione del reale.

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