Così ci appare la Croazia in una giornata di aprile. Merletto di isole vaporose che la nave aggira come un fusello.
Quando nei primi anni ottanta ho percorso la stessa rotta e la stabilità delle navi Jadrolinija non confliggeva ancora con le ruggini e l’usura degli arredi di un cinquantennio di traversate quotidiane, la frontiera si chiamava Jugoslavia e il controllo di dogana, certo lungo e meticoloso, era unico. Le banchine pullulanti di donne e uomini che si facevano largo con cartelli Rooms, Zimmer, Camere e sorrisi accoglienti non ci sono più, sostituiti dai messaggi iconici del turismo di massa. Pur provenendo da Matera e naturalmente indirizzati a usufruire del porto di Bari, preferiamo imbarcarci da Ancona per Split e risparmiarci in andata sei frontiere consecutive nel cuneo di poche decine di chilometri di costa bosniaca, esperienza non motivante che abbiamo riservato al viaggio di ritorno da Dubrovnik con una dilatazione esponenziale dei tempi di percorrenza.
Read more